Tecnest: falsi miti da sfatare sull’innovazione nel manufatturiero
Innovazione, sempre lei. Che aria tira nel manufatturiero? “La Fabbrica 4.0 sta diventando una realtà, anche se molte aziende italiane non sanno che possono innovare i processi produttivi e, soprattutto, non sanno come farlo. Questo si traduce in un ritardo per il settore manifatturiero italiano che sarà difficile colmare in futuro: la forbice tra le aziende che hanno innovato e quelle che sono rimaste ancorate a metodi tradizionali si è aperta molto negli ultimi anni ed è destinata a crescere ancora”. Così la vedono in Tecnest, azienda che fornisce soluzioni informatiche ed organizzative per la pianificazione, il controllo e la gestione dei processi di produzione e della supply chain.
Il primo mito da sfatare è la diffusa convinzione che software e innovazione smart vanno bene solo per le realtà dell’IT, automazione industriale o tecnologia. “Qualsiasi azienda manifatturiera può innovare, qualsiasi sia il settore in cui lavora: tra i nostri clienti abbiamo realtà del settore automotive, metalmeccanico, elettronico, ma anche aziende tessili, del fashion, chimico-farmaceutiche o che producono cosmetici, salviettine umidificate, candele di cera… Più che cosa si fa, a noi importa il come”, spiega Fabio Pettarin, presidente e founder di Tecnest.
Altro errore è ritenere che l’innovazione possa essere utile solo ad imprese di grandi dimensioni e con respiro internazionale: “Molti tra i nostri clienti sono aziende medio-piccole che si occupano di un settore di nicchia. Anzi, spesso sono queste le realtà che beneficiano prima e meglio del nostro intervento, in quanto avendo, minori risorse riescono a organizzarle in modo ottimale, riuscendo così a migliorare le performance e il proprio servizio al cliente finale”.
Diffusa è pure l’opinione che l’introduzione dell’informatica in fabbrica comporti la riduzione dei posti di lavoro: “Nella nostra esperienza non è così. Se la fabbrica diventa più efficiente, non si licenziano persone: piuttosto si cambiano di ruolo e, spesso, si organizzano corsi di formazione interni per portarli a fare dei lavori più qualificanti”, sottolinea il presidente di Tecnest.
E’ sbagliato anche pensare che i sistemi informativi aziendali siano troppo rigidi per adeguarsi alle costanti, eppur imprevedibili, variazioni del mercato: “Al contrario i nostri software sono stati pensati proprio per dare la massima flessibilità nella pianificazione e gestione dei processi produttivi, attraverso funzionalità simulativo-interattive che permettono un confronto tra scenari alternativi. In questo modo eventuali imprevisti (dalla rottura di un macchinario a problematiche di fornitura) o ordini inattesi possano essere gestiti in poco tempo e con la massima flessibilità. Al mutare delle condizioni, ricreare il piano di produzione e riorganizzare il lavoro è più facile se a farlo è un sistema informatizzato”.
Non di rado, le imprese non stanno al passo perché considerano l’investimento troppo oneroso, sia in termini economici che di tempo: “Spesso le aziende non hanno tempo per fermarsi a ripensare alla gestione dei propri processi, anche perché quasi sempre si crede che per l’introduzione di un sistema come il nostro la produzione debba subire uno stop, con costi operativi molto elevati. Inoltre spesso un progetto di implementazione di un software di gestione della produzione viene confuso con la sostituzione in toto del sistema ERP o gestionale già esistente, con un relativo impatto economico notevole per l’organizzazione. In realtà il nostro intervento non richiede stop alla linea produttiva e spesso va ad integrare, non a sostituire, il software ERP già esistente”, spiega l’azienda friulana.
Infine, c’è da scardinare il mito della complessità, ossia il convincimento che i nuovi sistemi richiedono formazione specifica: «In Tecnest abbiamo messo a punto un software role-based con un’interfaccia configurabile in base al ruolo delle persone che lo utilizzano. In questo modo ciascun utente, ad esempio il responsabile della pianificazione della produzione, il responsabile di reparto, il responsabile acquisti, ecc, non deve passare da una voce di menù all’altra ma ritrova direttamente sul pannello di entrata allapplicazione tutte le informazioni di interesse e le applicazioni utili per il proprio ruolo aziendale e le proprie attività, migliorando la sua operatività quotidiana».
Insomma, in Tecnest sono convinti che i benefici di una svolta innovativa siano notevoli per le aziende, e molto superiori alle difficoltà. Possibilità di prevedere in anticipo i processi, maggiore affidabilità delle date di consegna, diminuzione dei tempi di decisione del management: sono solo i principali vantaggi. Ma soprattutto, non ha dubbi Pettarin: “Il software non sostituisce le persone, ma serve ad aiutarle: non esiste fabbrica senza un cervello umano“.
Sottoscriviamo l’ultima affermazione e molte altre anche noi di DaoCampus. E, per sviluppare l’argomento e magari sfatare qualche altro falso mito, abbiamo organizzato…
…l’APERITIVO ‘INNOVATIVO’ prenatalizio
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