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21 Settembre 2015

Chi sono gli startupper italiani? Un’indagine ce ne restituisce il ritratto

Identikit dello startupper “nazionale”: alta formazione ed esperienza nel proprio settore. Questi i due tratti comuni più o meno a tutti gli intervistati nell’indagine “La voce delle startup” #ISvoice svolta da Italia Startup. L’analisi ha riguardato un campione di oltre 400 startup, di cui 2 terzi iscritte al registro delle startup innovative creato dal Ministero dello Sviluppo Economico (’indagine è stata condotta nel mese di Giugno 2015 attraverso GRS Ricerca e Strategia – www.grsnet.it).
Oltre il 66% dei neo-imprenditori innovativi ha fra 30 e 49 anni; il 70 % è laureato, quando non in possesso di specializzazioni post laurea (il 5,2% di questi ha conseguito un dottorato o PhD)
La spinta prevalente a mettersi in gioco è la voglia di mettere a disposizione le proprie conoscenze seguendo la stella polare dell’innovazione. Solo il 15% delle startup, infatti, è puramente B2C, mentre oltre l’80% si rivolge al B2B (business to business) o al B2B2C (business to business to consumer).
“Il profilo che emerge dalla ricerca evidenzia come i nuovi imprenditori in Italia siano radicalmente diversi dal cliché del giovane inesperto e ambizioso, nonché dal fondatore di imprese tipico del boom economico” commenta Marco Bicocchi Pichi, presidente di Italia Startup. “I nuovi founder hanno una preparazione di alto livello, messa a disposizione dell’economia del Paese. È auspicabile che l’innovazione generata da questo nuovo tessuto inneschi un circolo virtuoso nel quale queste nuove realtà possano interagire con le medie e grandi imprese italiane. Le professionalità che oggi creano impresa stanno realizzando progetti di alta specializzazione che potrebbero determinare la creazione di cluster specifici. In questo senso le grandi imprese non possono che guardare con interesse alle figure degli attuali founder non giovanissimi che verrebbero immessi in un contesto per loro naturale, per delineare un nuovo sistema di economia della conoscenza in una logica di open innovation”.
Enrico Gallorini, consigliere di Italia Startup e autore della ricerca, afferma che “lo stereotipo della startup va profondamente rivisto, poiché i dati sono chiari: in un sistema complesso e mutevole come quello in cui ci muoviamo, le persone, le organizzazioni e le aziende italiane hanno sempre più bisogno di partire da una preparazione e professionalità estremamente elevate, e continuare ad investire in aggiornamento e formazione per generare e garantire valore”.

Chi è Italia Startup

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Categoria: Notizie
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