Resetta la password

clicca per abilitare lo zoom
Caricamento di mappe
Non abbiamo trovato alcun risultato
apri la mappa

EUR 0 a EUR 1.000

I tuoi risultati di ricerca
15 Luglio 2015

Analisi 4MAN Consulting: l’Italia è un Paese di imprenditori e startup innovative

64 imprese ogni mille abitanti in Italia, tra i tassi di concentrazione più alti d’Europa. E sempre di più sono le startup innovative. La ricerca di 4MAN Consulting ce ne offre una panoramica, indagando anche sulle motivazioni alla base della loro costituzione.
Si dice che in Italia sia difficile fare gli imprenditori, a causa soprattutto di burocrazia eccessiva ed elevata pressione fiscale. Eppure, sempre di più sono coloro che tentano l’avventura imprenditoriale. Gli ultimi dati Istat dicono che in Italia operano 63,8 imprese ogni mille abitanti. E se è vero che la crisi ha elevato il tasso di mortalità delle aziende, il fenomeno è bilanciato dalle startup che decidono di proporsi sul mercato.
“Le motivazioni che portano alla costituzione di un’azienda possono essere suddivise in tre macro categorie: aziende nate per clonazione; aziende frutto di successione; aziende nate da grandi idee. – Ha commentato Roberto Castaldo, business coach e fondatore di 4 MAN Consulting. Ognuna di queste tipologie ha in sé determinati punti di forza ma, al tempo stesso, è soggetta a specifiche minacce. Le aziende nate per clonazione sono le aziende familiari, che applicano un meccanismo di recruiting vecchio stampo: mio figlio, mio nipote, figli di amici, o comunque persone fidate. Spesso i giovani che iniziano a lavorare in questo modo, una volta imparato il “mestiere” decidono di aprire la loro azienda ed offrono ai clienti dell’ex-capo lo stesso prodotto, ma ad un prezzo più basso. Queste aziende basate principalmente su una politica di prezzo sono destinate a chiudere non appena il mercato cambia. Le aziende frutto di successioni sono aziende familiari in cui il passaggio generazionale avviene quando il capo decide di andare in pensione, lasciando il comando dell’attività al giovane figlio 40/50 enne. Il parco dipendenti è spesso coetaneo del capo uscente, nonché padre dell’attuale leader, per cui il tutto va rifondato. Il rischio in questo tipo d’impresa è che fallisca a causa dell’incapacità del successore di implementare, o almeno replicare, le dinamiche organizzative del fondatore. Negli ultimi anni sono nate moltissime start up, aziende innovative fondate su grandi idee, ma spesso gestite da tecnici che niente hanno a che fare con il mondo imprenditoriale. Queste imprese rischiano di non riuscire a decollare, o di avere vita breve, a causa dell’eccessivo orientamento al prodotto, senza avere un adeguato supporto sul fronte manageriale“.
” E’ indispensabile dire che senza un’adeguata preparazione del suo leader, qualsiasi azienda chiude entro i primi 5 anni. – conclude Roberto Castaldo.  Spesso nei miei corsi di formazione mi viene chiesto di parlare della figura dell’imprenditore, proprio perché molti che si ritrovano a capo di un’attività non hanno una vera cultura imprenditoriale. Possiamo sintetizzare in questi pochi punti le chiavi per gestire al meglio un’azienda:
1. L’imprenditore deve essere un buon venditore. Deve vendere la sua idea d’impresa:
•  Ad altre persone per farle lavorare alla sua idea;
•  Alle banche, per farsi finanziare;
•  Ai clienti che diventano i primi finanziatori dell’impresa;
•  Ai fornitori che devono affiancare la sua idea imprenditoriale;
2. Deve avere capacità di visione e leadership, l’imprenditore deve essere carismatico, deve avere coerenza, una visione chiara e deve diventare un catalizzatore di talenti in azienda. Competenza primaria: “capire le persone”, che si tramuta in capacità di reclutare personale, clienti, fornitori;
3. Deve essere curioso di conoscere e di imparare. Il primo investimento che deve fare è sulle sue competenze. “Chi non si forma si ferma”;
4. Deve avere un’altissima capacità organizzativa, per gestire flussi di informazioni per se e per i collaboratori;
5. Deve capire quando è il momento di lasciare. Questo vale anche sulle attività di delega più semplici. Spesso si entra in un delirio di onnipotenza nel quale si pensa di poter controllare tutto, e che tutti dovrebbero essere come lui… rischiando di diventare così il nemico numero 1 della sua stessa creatura.”

Categoria: Notizie
Condividere