Startup: come si passa da un’idea a un business
Una startup è, prima di tutto, un’idea di successo.
Nel 2016 gli investimenti in capitale equity nelle startup hi-tech nel nostro Paese sono ammontati a 182 milioni di euro con un aumento del 24% rispetto al 2015. Questi dati li ha forniti Antonio Ghezzi, Direttore dell’Osservatorio Startup Hi-tech del Politecnico di Milano.
Nello stesso 2015 il fatturato complessivo delle startup finanziate in Italia ha raggiunto i 247 milioni di euro nel 2015.
Le startup, dunque, non sono solo un bel sogno, ma generano utili e rappresentano una risorsa importante sia per l’economia che per il mercato del lavoro.
Ogni startup, è noto, nasce un’idea che si origina, a sua volta, dall’osservazione delle persone, o dalla volontà di risolvere un problema, di creare una nuova esigenza commerciale.
Ma come si passa da un’ idea a un business?
Innanzitutto occorre valutare l’idea stessa. Questo è il passaggio più difficile perché richiede di osservare il proprio progetto dall’esterno, pesandone i pro e i contro e non avere timore a cercare di individuarne i limiti.
Il primo passo è mettere il proprio piano per iscritto, sviscerarlo passo per passo. Una presentazione con delle slide è l’ideale e il trucco è farla come se doveste presentarla a qualcun altro, possibilmente nel modo più semplice, immediato e comprensibile.
In questo modo verranno al pettine i primi nodi, quelli più importanti e macroscopici. Non scoraggiatevi per non averli notati prima, è assolutamente normale, per notarli occorre avere un minimo di prospettiva, distaccarsi un attimo dalla propria idea, trattarla come se fosse estranea a se stessi. Finché ci siete completamente immersi è difficile che riusciate a notarne i punti deboli.
Una parte integrante della presentazione sarà sicuramente la USP: cosa farete? e in che modo, facendolo, sarete diversi dagli altri o offrirete qualcosa in più, qualcosa che non c’era e che nessun altro, al momento, è in grado di offrire?
A seguire è fondamentale la , cioè l’esame dei punti di forza e dei punti di debolezza del progetto.
Qui serve coraggio e obiettività: non sarà facile ammettere certi rischi o certe problematiche che potrebbero crearsi in corso d’opera o rilevare che ci sono margini di errore o minacce o cose che potrebbero non funzionare.
Farlo, però, sarà sicuramente utile e anche liberatorio.
Il consiglio è di mettere giù la prima bozza, lasciarla riposare e decantare e poi riesaminarla in un secondo momento per capire se ci è sfuggito qualcosa e se quello che abbiamo scritto è realistico ed equilibrato.
Finita la presentazione il consiglio è di sottoporla a qualcuno che reputiamo di fiducia. Non parlatene a tante persone cercando di raccogliere quanti più pareri possibile, rischiereste di tornarvene a casa con le idee molto confuse e il pericolo è quello di iniziare a cambiare direzione senza sapere dove andare.
Selezionate poche persone a cui sottoporre il vostro progetto, che siano magari nel settore, o abbiano già una propria impresa o semplicemente siano un punto di riferimento per voi, affidabile e concreto.
A questo punto sicuramente avrete raccolto idee e pareri sufficienti per potervi orientare.