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8 Novembre 2017

Startup italiane in crescita

La situazione dell’ecosistema delle startup italiane è in miglioramento: nonostante il nostro Paese non brilli per le cifre degli investimenti nel settore e per i numeri dei casi di successo, sembra che qualcosa si stia muovendo nella giusta direzione anche per quanto riguarda le imprese innovative.

I dati

Secondo la 13esima edizione del rapporto trimestrale del Ministero dello Sviluppo Economico e di InfoCamere, realizzato in collaborazione con UnionCamere, riguardante le performance i trend delle startup italiane, la crescita c’è, anche se lenta.

Stando ai dati riportati dal MiSE, infatti, al 30 settembre 2017 si contano 460 realtà aziendali in più rispetto allo scorso giugno con una crescita complessiva del valore della produzione di circa il 39,5% rispetto al trimestre precedente.

Dunque il 30 settembre 2017 le startup iscritte alla speciale sezione del Registro delle Imprese sono 7854, il 6,2% in più rispetto a giugno 2017.

Il dato probabilmente più interessante, però, anche se ricavato dai bilanci del 57,7% delle imprese iscritte al registro, perché le restanti non hanno ancora steso il bilancio essendosi appena costituite, è quello sul valore aggregato della produzione che si aggira intorno ai 700 milioni di euro: una crescita decisamente significativa rispetto ai mesi precedenti, segno che le startup stanno diventando delle imprese che apportano non solo innovazione, ma anche valore concreto nell’economia e nella produzione italiana.

La maggior parte delle startup si localizza in Lombardia dove si trovano 1.739 imprese innovative che rappresentano ben il 22,8% del totale nazionale. A seguire ci sono l’Emilia Romagna, sul cui territorio operano 849 startup, e il Lazio, con 778 imprese innovative.

Milano si conferma la capitale dell’innovazione italiana: sono meneghine, infatti, ben 1242 startup contro le 675 di Roma e le 299 di Torino.

Chi investe nelle startup

Nonostante questi incoraggianti segnali, siamo ben lontani dagli altri Paesi europei, prima tra tutti la Germania: basti pensare che nella sola Berlino viene fondata una startup ogni venti minuti e le 2500 imprese innovative presenti nella capitale tedesca già nel 2015 avevano raccolto ben 2.4 miliardi di euro.

Ed ecco il nodo critico per le startup italiane: gli investimenti.

Già perché nel 2016 la maggior parte delle startup, esattamente, il 57,3% del totale, era in perdita.

Anche in questo senso, però, si registrano movimenti positivi. Secondo l’Osservatorio sui modelli italiani di Open Innovation e di Corporate Venture Capital, promosso da Assolombarda, Italia Startup e Smau, aumentano le imprese che decidono di partecipare investendo capitale in startup.

Infatti, quasi un quarto delle imprese innovative italiane, per un totale di 2.154 unità, che equivalgono al 22,9% del totale, è partecipato da imprese mentre, ad esempio, i venture capital hanno investito nell’8.6% delle startup nostrane.

In particolare sono le PMI che decidono di puntare sull’innovazione concentrandosi soprattutto sul settore ricerca e sviluppo.

E i dati dimostrano che la strategia funziona: le aziende che scommettono sul corporate venture capital hanno debiti finanziari leggermente più alti della media, ma riportano una redditività maggiore.

In altre parole: investire in startup può essere oneroso, ma è sicuramente redditizio sul lungo periodo.

Categoria: Notizie
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