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17 Ottobre 2017

Non solo growth hacking: suggerimenti di crescita

Il growth hacking viene in aiuto della startup nella fase più decisiva, quella della crescita.

Lo sviluppo che porterà un team di persone che lavorano ad una buona idea, con un piano di business più o meno consolidato, è il momento più delicato, quello al quale molte startup non sopravvivono.

Per andare avanti, superare i primi anni e riuscire ad emergere dalla selva per respirare più ossigeno e potersi permettere una visione più ampia e limpida, occorre avere competenze che vanno oltre al marketing tradizionale e ben oltre la capacità di progettare e realizzare un buon prodotto.

Cos’è il growth hacking

Il termine “growth hacking” è stato coniato nel 2010 da Sean Ellis, angel investor e mentor di diverse startup di successo, fondatore e CEO di GrowthHackers.

Sean ha definito il growth hacker, appunto, come colui che guarda sempre ad un unico “nord”, la crescita, ed è in grado di condurvi una startup attraverso passi diretti e misurati.

In sostanza il growth hacking mira al raggiungimento rapido di micro-obiettivi di crescita attraverso la logica dell’A/B Test.

Posti dei macro obiettivi si ragiona sulle modalità con cui si potrebbero raggiungere. Le soluzioni che ne escono diventano, a loro volta, dei micro-obiettivi da perseguire in modo da avere un riscontro rapido sul loro profitto.

Per esempio: se il mio macro obiettivo è far crescere la mia base utenti, posso impostare tra i micro-obiettivi funzionali quello di incrementare il traffico al sito che, a sua volta, può essere perseguito intensificando i miei investimenti in online advertising colpendo diversi target specifici.

Il growth hacking ha una particolarità importante, non perde mai di vista il mercato, prevede un’osservazione continua degli utenti e dei loro comportamenti in modo da impostare strategie di marketing che siano sempre realistiche e rispondano a bisogni reali.

Una simile metodologia comporta, inevitabilmente, anche una misurazione continua dei risultati e un’attività certosina di cesellamento delle micro-strategie finalizzate al raggiungimento degli obiettivi più grandi.

Il growth hacking non basta

Crescere è un verbo importante per ogni startup. Ma non è l’unico che conta.

Altrettanto importante, infatti, è pianificare: gli obiettivi di crescita devono avere un senso rispetto al quadro complessivo della propria business strategy.

Definire tali obiettivi è un compito complesso che inizia dalle prime analisi di mercato che si fanno per capire se la propria idea può trovare spazio oppure no.

Gli obiettivi, in sostanza, sono legati al segmento di mercato che si è deciso di occupare, alle persone che dovrebbero essere gli interlocutori principali e, in modo ancora più prosaico, ai profitti che servono per poter mandare avanti gli step successivi di sviluppo del prodotto o del brand in sé.

In altre parole, crescere è un mantra, ma non va svuotato del proprio significato: cosa si deve far crescere? I propri utenti, la propria credibilità, la propria visibilità. I fattori sono molteplici e vanno decisi a monte, da tutto il team coinvolto nel progetto, guidato sapientemente da un esperto growth hacker che sappia tenere d’occhio quello che accade all’interno e all’esterno della startup.

Categoria: Resources
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