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16 Novembre 2015

E’ il tempo dello smart working: un po’ di dati

L’ultima ricerca è dell’Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano. In Italia il momento per l’affermarsi del lavoro agile appare propizio, lo dicono i dati. L’unico rischio, come spesso accade, è che il fenomeno cresca con qualche squilibrio perché amplificato o distorto dalla variabile “moda del momento”. Le norme allo studio da parte del Governo (per approfondire clicca qui) possono fare da vero e proprio volano, oltre magari a correggere qualche eccesso “modaiolo”.
Ma veniamo ai numeri. Quest’anno, il 17% delle grandi imprese ha in corso di sviluppo progetti strutturati di Smart Working (era l’8% nel 2014). A queste si aggiunge il 14% di grandi imprese che sono in fase “esplorativa”. Mentre il 50% delle imprese ha messo in campo iniziative tese a creare maggiore flessibilità, a livello di orari e spazi di lavoro, dotazione tecnologica a supporto, revisione del layout degli uffici o interventi sugli stili di leadership. Le PMI, invece, sono ancora poco toccate dal fenomeno: solo il 5% ha già avviato progetti di lavoro agile, il 9% ha introdotto una qualche forma di flessibilità e autonomia dei lavoratori, ma oltre il 50% non conosce ancora questo nuovo approccio o non è semplicemente interessato.
Le tecnologie più usate per diventare “smart worker” sono ovviamente i dispositivi mobili e i sistemi di social collaboration. Ma chi intende davvero passare a un modello di lavoro più agile non può prescindere da un cambiamento profondo della cultura aziendale e dei modelli organizzativi che ne conseguono. E’ per questo che cresce l’interesse per il coworking, anche per le grandi imprese. Sono già 349 gli spazi di lavoro condiviso in Italia, secondo le ultime statistiche. Scambio di conoscenza e riduzione costi tra i benefici rilevati dai manager.
L’unico rischio, come accennato sopra, è quello di cavalcare l’onda e farsi trascinare dall’effetto moda, come spiega Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working: “La ricerca dimostra come lo Smart Working si stia diffondendo in Italia: molte organizzazioni nell’ultimo anno hanno iniziato ad interessarsi e adottare questo approccio, con un effetto positivo su persone, aziende e società̀, soprattutto grazie all’opportunità di ripensare stili manageriali e modalità̀ di gestione ormai superati. Le organizzazioni devono però evitare l’errore di farsi trascinare dall’effetto moda, introducendo un cambiamento solo superficiale, senza cogliere l’opportunità̀ di ripensare profondamente cultura e modelli organizzativi per liberare nuove energie dalle persone. Fare davvero Smart Working, cioè, è un percorso lungo e profondo di continua evoluzione. Significa andare oltre l’introduzione di singoli strumenti e creare un’organizzazione orientata ai risultati, fondata su fiducia, responsabilizzazione, flessibilità̀ e collaborazione”.

Coworking come approdo naturale del lavoratore 2.0
Il coworking, ormai da un po’, non può più essere considerato fenomeno di secondo piano in Italia, sia per la diffusione crescente sia per l’interesse delle aziende, anche di grandi dimensioni: il 71% dei manager lo considera una grande opportunità (il 31% crede si diffonderà come alternativa al lavoro da casa o da altre sedi aziendali, il 40% che sia utile ma non è convinto che possa diffondersi). Solo in pochi (16%) continuano a considerarlo un “format” adatto esclusivamente a start up e professionisti.
Attualmente, solo poco più di un terzo delle aziende che danno la possibilità̀ ai dipendenti di lavorare fuori postazione considera gli spazi di coworking, ma la situazione è in evoluzione. Le principali barriere da superare riguardano il timore sulla sicurezza dei dati aziendali (individuato dal 58% degli intervistati) poiché non tutte le organizzazioni sono ad oggi sufficientemente attrezzate per garantire l’accesso ai dati fuori ufficio in sicurezza.
Da sottolineare che il 59% dei manager individua i veri benefici in quella che, a parte la condivisione degli spazi, è la vera essenza del coworking, ossia lo scambio: di conoscenze, idee e informazioni. Ma sono considerati importanti anche la riduzione dei tempi/costi di spostamenti casa-ufficio e la riduzione del senso di isolamento per l’utilizzo eccessivo dell’home working.

Data la stretta attualità della materia e la portata potenziale del cambiamento, DaoCampus ha deciso di occuparsi di lavoro agile durante il suo primo aperitivo “Agile Lean”, che si svolgerà in sede (Via Matteotti, 34B, Pisa) il 23 novembre prossimo, a partire dalle 19:00.
Sarà un evento in stile “unconference”, senza cioè un ordine del giorno prestabilito e speaker designati. Si parlerà in maniera informale di smart working, strumenti e tecnologie a disposizione, con focus sul product development. Per partecipare, è necessario registrarsi scrivendo a raffaello@agile-nlp.com.

Categoria: Notizie
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